Naviglio di Pavia

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Il Naviglio Pavese ha origine dalla Darsena di Milano, che lascia in direzione sud-ovest proseguendo in linea retta fino a Binasco, al confine della provincia di Milano. Qui entra nel territorio pavese, fino a sfociare nel Ticino, a Pavia.

Furono i Visconti, nel 1359, a dare il via ai lavori per la costruzione di un canale inizialmente privo di conche, non navigabile ma utile per mantenere, con il suo apporto d’acqua, lo splendido giardino del Castello di Pavia, dove Gian Galeazzo amava andare a cavallo.

Due secoli più tardi, all’epoca della dominazione spagnola, venne approvato il progetto di Giuseppe Meda per la costruzione di una via diretta al Ticino in alternativa al Bereguardo, ma i lavori subirono presto una battuta d’arresto prima a causa di lungaggini burocratiche, poi per la morte dello stesso progettista. Bisognerà attendere l’epoca napoleonica perché l’opera venga ripresa e arrivi finalmente a compimento: il 16 agosto 1819 Rainieri, Arciduca d’Austria e Viceré del Lombardo Veneto, inaugura il Naviglio Pavese.

Il canale, oggi non più utilizzato come via di navigazione, è lungo 33 km e distribuisce 10 metri cubi d’acqua al secondo. La rete derivata supera i 250 km. Con il riaffermarsi a Milano dell’ipotesi della riapertura della cerchia interna dei Navigli, ha ripreso slancio anche quella di riadattare in un prossimo futuro il Naviglio Pavese alla navigabilità.

Ultimo aggiornamento il 29 Ottobre 2018