BONIFICA E DIFESA DEL SUOLO

Vaste aree del comprensorio consortile sono da sempre esposte a un elevato rischio idrogeologico, per via della naturale conformazione del terreno. Il costante aumento di fenomeni meteorologici intensi, che spesso provocano abbondanti esondazioni, costituisce un’ulteriore minaccia per agricoltura e centri abitati. Fondamentale si rivela perciò l’attività di bonifica svolta dal Consorzio: l’obiettivo è limitare i rischi connessi a simili fenomeni, tramite l’attenta pianificazione delle attività di controllo e la realizzazione di interventi di gestione e messa in sicurezza delle vie d’acqua. Il sistema idraulico che fa capo al torrente Trobbia, nell’area che si estende ad est del capoluogo lombardo, rappresenta, in questo senso, un esempio virtuoso. In caso di piena, le acque del torrente vengono fatte confluire nel Naviglio Martesana con apposita regolazione: si scongiura così il rischio di esondazioni a valle, in un territorio densamente abitato. A rendere possibile questa operazione è un complesso sistema di monitoraggio delle precipitazioni, che consente di agire con sufficiente anticipo sulla regolazione della portata d’acqua del fiume Adda per far spazio all’acqua piovana.

Completano l’attività di prevenzione gli interventi finanziati da Regione Lombardia e realizzati da ETVilloresi per la costruzione di nuove vasche di laminazione, dove far sostare le acque delle ondate di piena, riducendo al minimo il pericolo di allagamenti.

Ancor più particolare è la condizione del Basso Pavese: qui campagne e centri urbani si trovano al di sotto del livello del Po, rendendo difficoltoso lo smaltimento delle acque provenienti da quote superiori. Solo una costante manutenzione della rete dei canali permette di regolare al meglio il deflusso, grazie all’impiego delle cosiddette chiaviche. Queste complesse opere idrauliche, sfruttando la gravità o attraverso l’aiuto di potenti idrovore, innalzano le acque oltre gli argini, per poi riversarle in direzione di Lambro, Olona Pavese e Po. Così il territorio resta “all’asciutto”, anche in situazioni d’emergenza.

Ultimo aggiornamento il 29 Ottobre 2018