DAL SOGNO DI VILLORESI ALLA NASCITA DEL CONSORZIO
Nel clima di generale entusiasmo e slancio verso il progresso che contraddistingue gli anni immediatamente successivi all’Unità d’Italia, torna alla ribalta anche l’annosa questione dell’irrigazione della cosiddetta Pianura asciutta, la vasta porzione di territorio che si estende tra la Bassa Padana e le Prealpi lombarde.
Mosso dalla convinzione che grazie al “nuovo ordine di cose felicemente stabilito in Italia, che chiamò in Paese una quantità di capitali esteri, i mezzi di costruzione facilitati, le nuove scoperte” i tempi siano ormai maturi per tentare l’impresa, l’ingegner Villoresi si mette al lavoro, potendo contare sulla collaborazione del nipote Luigi Meraviglia. Una volta ultimato, il progetto di Villoresi e Meraviglia viene sottoposto alle autorità governative competenti per ottenerne l’approvazione.
L’ingegnere immaginò di costruire due grandi canali di derivazione d’acqua, con origine, rispettivamente, dal Lago Maggiore e dal Lago di Lugano, attraverso i due fiumi emissari Ticino e Tresa.
I nuovi corsi d’acqua artificiali avrebbero in primo luogo garantito una migliore irrigazione dei campi, oltre a permettere il transito dei barconi da trasporto e la distribuzione della forza motrice alle fabbriche.
Superati i primi ostacoli di carattere tecnico e burocratico, Villoresi ottiene una prima concessione, che reca la firma di Re Vittorio Emanuele II in persona: è il 30 gennaio 1868. Ma la partita è ancora tutta da giocare. Il progetto, che sulla carta sembra funzionare alla perfezione, alla prova dei fatti mostra alcune pecche di natura tecnica, su tutte i problemi relativi all’edificio di presa dell’acqua e alla regolazione delle acque del lago.
Villoresi, pur di non abbandonare sul nascere un’impresa cui si era fino a quel momento dedicato anima e corpo, si dimostra pronto ad accogliere critiche e suggerimenti. Ne uscirà un disegno significativamente diverso da quello originario, a partire dal tracciato. L’ipotesi di derivare un canale dall’emissario del lago di Lugano viene così definitivamente accantonata. Resta ora un’altra sfida da affrontare: il progetto c’è, mancano però le risorse.
In base all’accordo sottoscritto nel 1868, infatti, la costruzione dell’opera non sarebbe dovuta dipendere da sovvenzioni statali, se non in minima parte. Il finanziamento dei lavori spettava dunque ai concessionari, che in cambio avrebbero incassato per 40 anni i proventi sulle vendite dell’acqua a enti pubblici e singoli privati tra loro consorziati. Bisogna quindi attendere il 1872 perché il Consorzio dei Canali dell’Alta Lombardia – l’antenato dell’odierno Consorzio Est Ticino Villoresi – riesca a raggiungere un numero di adesioni sufficienti a garantire l’avvio dei lavori. Ma si tratta di una disponibilità di massima. Posti di fronte alla richiesta di sottoscrivere un impegno vincolante, molti proprietari si ritirano, lasciando Villoresi, ormai gravato dal peso degli anni, ancora una volta solo nell’incessante ricerca di capitali.
Ultimo aggiornamento il 11 Giugno 2021