I CAMBIAMENTI CLIMATICI TRA SICCITA’ E ALLUVIONI

Il Consorzio negli ultimi anni ha destinato risorse significative per ridurre le dispersioni idriche, puntando sull’impermeabilizzazione del reticolo laddove possibile, come nel caso del Canale Villoresi. Alcuni interventi sono stati effettuati durante Expo Milano 2015 mentre a partire dal 2020 un importante finanziamento, dal valore di 20 milioni di euro, ha permesso l’attuazione dei lavori tra Somma Lombardo e Vizzola Ticino, in provincia di Varese, e tra Arconate e Parabiago, nell’Altomilanese. Oltre a questo tipo di interventi, saranno determinanti, in prevalenza sui Navigli, le opere di bacinizzazione da attuare dove, a differenza del Villoresi, il fondo in terra, l’assenza di paratoie e la presenza di bocche ‘alte’ rendono difficoltosa una razionalizzazione dell’utilizzo idrico. Manufatti del genere, oltre la presenza di paratoie e ture stabili, hanno permesso sul Canale Villoresi, in alcuni momenti, un’irrigazione efficace con il ricorso al 60% della portata normalmente utilizzata (35 mc/s su 55 mc/s), anche in momenti critici come durante la siccità del 2022. L’obiettivo per il prossimo futuro è dunque quello di contenere il consumo idrico e consentire l’irrigazione nei territori sottesi ai Navigli con interventi mirati che permettano di bacinizzare i canali e alimentare le bocche ‘alte’ anche con le portate idriche inferiori a quelle di competenza, nel rispetto del vincolo monumentale e paesaggistico cui sono soggetti i Navigli. Eventuali paratoie sul Naviglio Grande, ipotizzabili nel tratto tra Abbiategrasso e Trezzano per via della presenza di bocche ‘alte’, dovranno essere realizzate compatibilmente con le esigenze di navigabilità del canale; a livello progettuale si tratta di sbarramenti completamente abbattibili sul fondo, pensati per non alterare il deflusso delle acque o creare ostacolo alla circolazione nautica. In attesa di reperire i necessari finanziamenti il Consorzio ha approntato ture provvisorie, realizzate con blocchi di cementi sovrapposti. Oltre alle misure per contrastare gli sprechi d’acqua, molto può essere fatto per recuperare nuova risorsa, acqua che spesso finisce per venire dispersa anziché efficacemente utilizzata; si tratta di acque meteoriche, di falda o in uscita dai cicli di depurazione. Per quanto riguarda le acque di falda, gli ultimi anni hanno visto una sempre maggiore diffusione di impianti di climatizzazione che utilizzano pompe di calore per il riscaldamento invernale ed il condizionamento estivo degli edifici. L’acqua, prelevata dalla falda sotterranea, non entra in contatto con il circuito interno ma solamente cede (o acquisisce) il calore necessario. Al termine del trattamento di condizionamento, può essere restituita in falda o scaricata in corsi d’acqua; in molti casi però le reti di distribuzione irrigua possono garantire il recepimento di tali portate. Tali impianti quindi, oltre alla maggior sostenibilità rispetto ad impianti tradizionali, possono al contempo offrire un apporto di risorsa idrica di pregevole qualità al comparto agricolo. Anche il recupero delle acque parassite delle reti di fognatura può rappresentare una soluzione da approfondire. Per acqua parassite si intendono tutti quegli apporti di risorsa “pulita” – come acque piovane e acque di falda – nella rete fognaria, “caricando” quindi quest’ultima di un contributo per il quale essa non è dimensionata, “diluendo” le acque nere e minando l’efficienza del processo depurativo stesso. Allontanare queste acque dalle reti fognarie, veicolandole nei canali irrigui, se da un lato contribuisce a migliorare il rendimento degli impianti di depurazione, dall’altro permette il loro utilizzo in agricoltura, fornendo nuova risorsa idrica. Lo stesso riutilizzo delle acque depurate dagli impianti di trattamento dei reflui urbani può, con le dovute attenzioni, offrire una risposta concreta ai problemi irrigui. Essendo la normativa sull’utilizzo in agricoltura delle acque depurate molto vincolante, è necessario trovare il giusto rapporto tra esigenze irrigue e potenzialità depurativa dell’impianto stesso. Anche in merito a questo il Consorzio ha avviato una serie di studi e di sperimentazioni in stretta collaborazione con i gestori del Servizio idrico integrato.

Ultimo aggiornamento il 25 Settembre 2023