SICCITA’ – IL PO SEMPRE PIU’ IN SOFFERENZA
Era stata l’Autorità distrettuale del Fiume Po a lanciare, alcuni giorni fa, l’allarme per la condizione in cui versa il corso d’acqua più lungo del Paese, che allo stato attuale fa registrare il livello idrometrico dello scorso luglio, a meno 2 metri rispetto allo stesso periodo del 2019. Le fa eco Coldiretti, che sottolinea in generale un abbassamento dei livelli dei fiumi in tutto il Paese con una preoccupazione per il mancato accumulo di scorte idriche indispensabili per le coltivazioni. Si auspica da più parti la realizzazione di un sistema integrato di invasi in grado di garantire, in caso di necessità, l’accumulo d’acqua per tutto l’anno, al servizio non solo dell’agricoltura, ma anche dell’utilizzo energetico e della fruizione dei territori. Appare inoltre sempre più urgente una capacità di mediazione nei conflitti di interesse sulla risorsa idrica; basti pensare ai contrasti con alcuni Stati confinanti quale per esempio la Svizzera a proposito dei livelli del Lago Maggiore. Non da ultimo, all’orizzonte, si profila la questione dell’uso delle acque reflue. L’Unione Europea ha individuato nel 2024 la scadenza per accordare le normative nazionali al Regolamento Comunitario sui Requisiti Minimi dell’Acqua di Riuso, già attuativo, prevedendone l’obbligatorietà in campo agricolo. A tal proposito l’ANBI sta sollecitando fortemente la costituzione di un tavolo attorno al quale riunire, assieme ai Consorzi, i vari attori e portatori di interesse nel nome del confronto, la cui stringente necessità ha portato alla formazione dell’Associazione Irrigants d’Europe, promossa dall’Unione nazionale dei Consorzi di bonifica in collaborazione con le omologhe di Francia, Spagna e Portogallo.
Ultimo aggiornamento il 27 Novembre 2020