VOLA IL MADE IN ITALY AGROALIMENTARE NONOSTANTE CRISI E RISCHIO DAZI
Proprio in questi giorni è stato reso noto il Rapporto sulla competitività del settore agroalimentare del “Bel paese”. Ismea, l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, ha fotografato lo stato, in ottima salute, del comparto, che rappresenta una certezza per il Pil nazionale. Nonostante i colpi di coda della crisi e lo spettro del protezionismo, l’agroalimentare italiano ha fatto registrare una buona tenuta: 60,4 sono i miliardi di valore aggiunto attestati nel 2017, ben sei punti percentuali sopra il livello pre-crisi; 41 invece quelli del controvalore delle esportazioni, vero e proprio record per il settore, che occupa 1,3 milioni di persone con un trend in crescita. Restano comunque quelli sulla produttività i dati più interessanti emersi: il comparto, in cui gli imprenditori di filiera hanno investito in modo significativo, ha conosciuto un aumento del 5,5% a fronte di una complessiva e generalizzata contrazione dell’economia in Italia. L’evidente successo si deve al grande potenziale a livello di produzione, denominazioni registrate, valore del “bio”, caratterizzato dalla massima qualità connaturata al sistema Italia. Dentro a tutto ciò vi è anche il valore dell’acqua irrigua, che ne rappresenta il presupposto: senza risorsa idrica l’agricoltura non potrebbe esistere. E’ questa una vittoria anche dei Consorzi di bonifica.
Ultimo aggiornamento il 27 Luglio 2018