IL CONSIGLIO DEI MINISTRI IMPUGNA LA LEGGE DI REGIONE LOMBARDIA SULLE ASSEGNAZIONI DELLE GRANDI DERIVAZIONI IDROELETTRICHE

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Francesco Boccia, ha impugnato qualche settimana fa alcune leggi delle Regioni e delle Province Autonome, tra cui quella della Regione Lombardia n. 5/2020 sulle modalità e procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche e la conseguente determinazione dei canoni. Alcune norme in essa contenuta sono infatti state valutate in contrasto con gli articoli della Costituzione che attribuiscono allo Stato la competenza legislativa in materia di ordinamento civile e tutela del paesaggio – nn. 9 e 117, secondo comma, lettere l) e s) – oltre che con quelli in materia produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia (n. 117, terzo comma) e con quelli che impongono alla legge di riconoscere un indennizzo ai privati che subiscano limitazioni nella disponibilità di beni di loro proprietà o necessari per lo svolgimento di un’attività d’impresa (nn. 42 e 43). Lo scorso venerdì, a Mantova, presso la sede provinciale di Coldiretti si era tenuto un incontro con i vertici dei Consorzi di bonifica dell’intera regione – tra cui il Presidente e il Direttore di URBIM-ANBI Lombardia Alessandro Folli e Gladys Lucchelli – proprio sull’aggiornamento della normativa con il passaggio del controllo delle dighe a Regione Lombardia, auspicato il più possibile equilibrato anche rispetto agli interessi dei gestori dei bacini idroelettrici di montagna.

Ultimo aggiornamento il 26 Giugno 2020